Via S. Sebastiano 27
67030 Barrea (AQ) – Italia
Tel. (+39) 379 1580890
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L’area di Barrea (Varréa in dialetto) e della Vallis Regia fu abitato sin dall’età preistorica, come attestano i ritrovamenti. Alcune necropoli testimoniano la presenza di popolazioni che praticavano agricoltura e allevamento. Dall’analisi dei reperti si è giunti alla conclusione che a popolare questa zona fossero gruppi con una forte connotazione guerriera, appartenenti con tutta probabilità a tribù sannitiche.
Nel periodo romano imperiale il territorio subì un lento processo di romanizzazione. È in questo momento che si afferma a Barrea la pastorizia transumante verso l’odierna Puglia settentrionale.
Già dal basso impero le zone montane del Sannio sprofondano in una fase di grande decadenza, che a seguito delle devastazioni della guerra greco-gotica e alla conquista longobarda culminerà con la fine della transumanza a lunga distanza.
Con la cristianizzazione e la diffusione del monachesimo benedettino cessò lo spopolamento. Nel periodo medievale Barrea attraversò cicli di crescita economica alternati a periodi di declino.
Barrea si ritrovò sul fronte durante la seconda guerra mondiale, dal momento che si affacciava alla linea Gustav. La popolazione fu costretta a sfollare e il paese subì gravi danni e ingenti saccheggi.
Al loro ritorno, i barreani si ritrovarono in una condizione di miseria assoluta. Con il declino delle economie tradizionali ripartì l’emigrazione, favorita anche dalla creazione del Lago, agli inizi degli anni ’50, che strappò all’agricoltura le terre più fertili.
Altra battuta d’arresto per il paese fu il terremoto del 1984, che ha causato una grave perdita del tessuto sociale del centro storico.
La piazza centrale, posta lungo via Roma. Si trova davanti alla fontana del Mammarino e da qui è possibile ammirare il panorama del Lago e della vallata.
È formata da un muro che sostiene un sovrastante terrazzo, raggiungibile tramite una scala laterale, in cui è situato un piccolo fornice ad arco a tutto sesto addosso al quale è posta la fontana e un fornice più grande e più profondo che contiene il lavatoio
Fu costruito tra l’XI e il XII secolo dai feudatari Di Sangro e serviva per sorvegliare l’accesso principale del paese e la cinta muraria, che forma un perimetro irregolare fortificato. Gravemente danneggiato dal terremoto del 1984, è stato recentemente restaurato e ospita attualmente eventi culturali
Formano gli accessi al centro storico, una posta nell’area superiore al termine della via principale (Porta di Sopra) e l’altra nella parte bassa del centro storico, non lontano da Casa Stefania (Porta di Sotto o d’ Pucigl – “della pulce” – per le sue dimensioni ridotte).
La chiesa è stata edificata nel 1643 ed è appartenuta alla Congrega della Madonna delle Grazie. Si trova di fronte al fianco sinistro della chiesa di San Tommaso, lungo la strada che dal castello scende verso Piazza Umberto I.
Eretta nel XIII secolo, è stata più volte danneggiata (l’ultima volta dal terremoto del 1984) e restaurata nel corso dei secoli. L’interno, ripartito in tre navate, è decorato con stucchi e dorature in stile barocco. Nella seconda metà del Settecento fu affrescata da Paolo Gamba da Ripabottoni, ma parte della sua opera è attualmente perduta.
Si trova nelle vicinanze della chiesa di San Tommaso Apostolo ed è interamente costituita di pietra. È composta da un fornice con capitelli e arco a tutto sesto modanato e inquadrato da due semicolonne sopra i rispettivi piedistalli.
Il tempio originario venne costruito nel XIV secolo. Al momento della creazione del Lago, dal momento che la chiesa si sarebbe venuta a trovare al di sotto del livello dell’acqua, venne ricostruita nella posizione attuale conservando l’aspetto e riutilizzando gli elementi architettonici originali.
Accessibile dalle due porte, è formato da un dedalo di stradine e case in pietra, realizzate nello stile tipico dell’area marsicana. È stato gravemente danneggiato a seguito del terremoto del 1984 e gradualmente restaurato, riportandolo all’antico splendore.
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